MEMENTO

I gessi storici dell’Accademia di Brera

Fotografie di Marcello Grassi

24 ORE Cultura
Cartonato
88 pagine
25,00 €
ISBN 978-88-6648-766-1

Il lavoro di Marcello Grassi è una riflessione sulla memoria di simulacri il cui valore è ormai perduto.

“Suppellettile d’istruzione”, così definiti negli inventari, i calchi svolsero un ruolo primario per la formazione degli artisti all’Accademia di Brera, perno di un sistema che nel confronto con i modelli dell’antichità classica e rinascimentale poneva il suo fondamento.

Memento, il titolo suggerito da Marcello Grassi per questo suo lavoro, parte di un progetto più ampio sulle gipsoteche europee, è una riflessione sulla memoria di queste opere il cui valore è perduto, e vuole essere al contempo un omaggio personale dell’autore al fotografo Herbert List. La scelta dei soggetti ha privilegiato non solo i pezzi più monumentali, accessibili o prestigiosi, quanto i calchi ancora presenti nelle aule e soprattutto nel ventre del palazzo, in quel “mortuario sottosuolo” o “tenebroso labirinto” dove, più che altrove, i gessi storici svelano la loro precarietà.

Una forma di salvaguardia, prima che i prossimi interventi conservativi a cura della Scuola di Restauro dell’Accademia restituiscano l’integrità di ogni pezzo, può anche esprimersi nel recupero di quell’immagine di dolorosa fragilità che il tempo ha plasmato su queste icone dalla storia illustre. Il risultato è sorprendente. In più di uno scatto lo spettatore percepisce la statua come vivente, grazie a una sorta di effetto Pigmalione, attraverso il quale la dura materia si fa carne. Una carne così viva da portare su se stessa i segni del tempo: ferite, sfregi, amputazioni.

Le statue appaiono nei luoghi più impensati, là dove le contingenze le hanno portate. C’è in queste immagini, a differenza di altre scattate nei musei, qualcosa di profondamente umano; qualcosa che rende l’arte ai fatti della vita, ponendola fuori contesto, fuori dai cubi bianchi e dagli allestimenti imbalsamatori e asettici degli spazi espositivi più avanzati. Sono immagini che guardano l’arte nella vita, la riportano là dove è sorta, nell’indifferenziato dell’esistenza, nei luoghi del fare, della mano che crea e abbandona, tra le luci e le ombre dell’apparire e dello svanire. Aule, magazzini, depositi, sotterranei che costituiscono quel labirinto di saperi e di storie che il Palazzo di Brera porta dentro di sé da centinaia di anni.